Materiale comune, Disegno e Progettista
Descrizione: Uno sguardo alla genetica, alla bio-chimica, e alle analogie molecolari presenti in natura, e se queste confermano o smentiscono la teoria dell'evoluzione.
- Da A.O.
- Pubblicato su 02 Jun 2014
- Ultima modifica su 02 Jun 2014
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La recente ultimazione della mappa genetica umana nell'ambito del Progetto Genoma Umano è un importante progresso scientifico. Tuttavia, alcuni risultati di questo progetto sono stati distorti in alcune pubblicazioni evoluzioniste. Si sostiene, infatti, che i geni degli scimpanzé siano per 98% simili a quelli umani, e questa si vuol presentare come prova del fatto che le scimmie siano vicini agli esseri umani, e quindi logicamente antenati degli esseri umani, proprio come sostiene la teoria dell'evoluzione di Darwin.
L'argomento risulta però fuorviante.
La dichiarazione, infatti, che vi sia una somiglianza del 98% è ingannevole.
Per affermare che il patrimonio genetico dell'uomo e dello scimpanzé abbiano questa percentuale di analogia comune, occorre che anche il genoma dello scimpanzé sia mappato nello stesso modo in cui è stato fatto per l'uomo e poi confrontare i risultati di entrambi. Nessuna ricerca completa è stata però portata a termine riguardo allo scimpanzé.
Questa somiglianza asserita rappresenta un'esagerata generalizzazione fondata sull'analogia delle sequenze di amminoacidi appartenenti ad alcune proteine di base, 30-40, presenti nell'uomo e nello scimpanzé. Un'analisi di sequenza è stata realizzata con un metodo chiamato " Ibridazione del DNA" sulle sequenze di DNA correlate con queste proteine e solo quel numero limitato di proteine è stato confrontato. Tuttavia ci sono circa 100.000 geni, e quindi 100.000 proteine codificate da questi geni negli esseri umani. L'attestazione quindi che tutti i geni dell'uomo e della scimmia siano simili al 98% si basa sulla somiglianza di 40 proteine tra le 100.000 presenti!
Inoltre, le suddette proteine di base sono molecole vitali, comuni, presenti in diversi esseri viventi. Le strutture dello stesso tipo di proteine infatti sono presenti non solo negli scimpanzé, ma anche in esseri viventi di natura completamente differente, ma molto simili comunque a quelle umane.
Ad esempio, le analisi genetiche pubblicate dal New Scientist hanno svelato una somiglianza del 75% tra il DNA dei vermi nematodi e quello dell'uomo. (New Scientist, 15 maggio 1999, p.27). Questo non indica sicuramente che vi sia solo una differenza del 25% tra l'uomo e questo tipo di vermi!
Inoltre, le analisi effettuate su alcune proteine hanno dimostrato come l'uomo sia prossimo ad alcuni esseri viventi molto differenti. In un sondaggio condotto dai ricercatori dell'Università di Cambridge, alcune proteine di animali di terrestre abitazione sono state confrontate. Sorprendentemente, in quasi tutti i campioni, l'uomo e il pollo sono stati abbinati come i parenti più stretti. Il parente più stretto successivo era il coccodrillo. (New Scientist v.103, il 16 agosto 1984, pag.19)
Un'altra prova utilizzata dagli evoluzionisti circa "la somiglianza genetica tra l'uomo e la scimmia", è il numero dei cromosomi presenti nello scimpanzé e nel gorilla, quarantotto, e quelli presenti nell'uomo, quarantasei. Gli evoluzionisti considerano la prossimità del numero dei cromosomi come indicatore di una relazione evolutiva. Tuttavia, se questa logica fosse corretta, allora l'uomo dovrebbe avere un parente ancora più stretto dello scimpanzé: la patata! Il numero di cromosomi in una patata, infatti, è esattamente uguale al numero dei cromosomi presenti in un essere umano, cioè quarantasei.
Questi esempi mostrano come la somiglianza genetica non costituisca una prova confermante della teoria dell'evoluzione. Questo perché le somiglianze genetiche non sono in linea con gli schemi della presunta evoluzione e, al contrario, forniscono risultati largamente inconsistenti.
Non sorprendentemente, quando il problema viene valutato
nel suo complesso, si nota che l'argomento di "analogie bio-chimiche"
non costituisce una prova dell'evoluzione, ma, al contrario, lascia in asso la presunta
teoria.
Il dr. Christian Schwabe, un ricercatore di biochimica presso la Facoltà di
Medicina di South Carolina University, è uno scienziato evoluzionista che ha
passato anni di ricerca per trovare le prove per l'evoluzione nel dominio molecolare.
In particolare, egli ha svolto ricerche sull'insulina e su alcune proteine tipo
la relaxina cercando di stabilire relazioni evolutive tra gli esseri viventi.
Tuttavia, egli stesso ha dovuto confessare molte volte di non essere riuscito a
trovare alcuna prova per l'evoluzione in nessuna fase dei suoi studi.
Disse infatti:
"L'evoluzione molecolare sta per essere accettata come un metodo superiore alla paleontologia per la scoperta di relazioni evolutive. Come evoluzionista molecolare dovrei essere euforico. Invece, mi pare sconcertante come esistano molte eccezioni nella progressione ordinata delle specie così com'è determinata dall' omologie molecolari; così tante infatti, che credo che l'eccezione, le stranezze, potrebbero portare il messaggio più importante". (Christian Schwabe, “On the Validity of Molecular Evolution”, Trends in Biochemical Sciences. V.11, July 1986).
Sulla base di recenti risultati ottenuti nel campo della biologia molecolare, il famoso biochimico, il prof. Michael Denton ha commentato:
"Ogni classe a livello molecolare è unica, isolata e disgiunta da passaggi intermedi. Così, le molecole, come i fossili, non hanno fornito gli elusivi passaggi intermedi tanto a lungo cercati dalla biologia evolutiva ... A livello molecolare, nessun organismo è "antico" o "primitivo" o "avanzato" rispetto ai suoi parenti ... Non c'è dubbio che se questa prova molecolare fosse stata disponibile un secolo fa ... l'idea di evoluzione organica non sarebbe mai stata accettata". (Michael Denton, Evolution; “A Theory in Crisis”, London; Burnett Books 1985 pag. 290-291).
È certamente naturale che il corpo umano presenti alcune somiglianze molecolari con altri esseri viventi poiché sono tutti costituiti dalle medesime molecole, in quanto, tutti utilizzano la stessa acqua e lo stesso atmosfera, e tutti consumano prodotti che comprendono le stesse molecole. Per ciò, il loro metabolismo, e quindi il patrimonio genetico, si assomigliano.
Questo, però, non è la prova che si siano evoluti da un comune antenato.
Questo "materiale comune" non è il risultato di un'evoluzione, ma di "progetto comune", cioè, quello di essere stato creato su uno stesso piano.
È possibile spiegare questo concetto con un semplice esempio. La maggior parte degli edifici sono costruiti con materiali simili (mattoni, ferro, cemento, ecc). Questo, tuttavia, non significa che questi edifici si siano"evoluti" uno dall'altro, ma costruiti separatamente utilizzando materiali comuni.
Lo stesso vale pure per gli esseri viventi.
I Darwinisti quindi hanno falsificato i risultati del Progetto Genoma Umano.
La vita dunque non è stata il risultato di coincidenze casuali come sostiene la teoria dell'evoluzione, ma è il frutto della creazione di Dio, l'Onnipotente, il Proprietario della sapienza e della saggezza infinita.
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