La misericordia di Muhammad verso i Non-Musulmani (parte 1 di 2)
Descrizione: La misericordia del Profeta verso i Non-Musulmani, anche quelli che cercarono di ucciderlo ed erano contro la sua missione durante tutta la sua vita. Parte 1.
- Da M. Abdulsalam (© 2014 IslamReligion.com)
- Pubblicato su 23 Jun 2014
- Ultima modifica su 18 Apr 2024
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Il Profeta Muhammad, possa la misericordia e la benedizione di Dio essere su di lui, è stato descritto come una "misericordia per tutti i mondi", come Dio disse nel Corano:
"Non ti mandammo se non come misericordia per il creato." (Corano 21:107)
Questa clemenza non era solo destinata alla nazione musulmana, ma si estese anche ai non musulmani, alcuni dei quali spesso cercarono con tutti i loro sforzi di danneggiare il Profeta e la sua missione. Questa misericordia e questo perdono sono chiaramente dimostrati nel fatto che il Profeta, che la misericordia e la benedizione di Dio siano su di lui, non si vendicò su nessuno per motivi personali e sempre perdonò anche i suoi più accaniti avversari . Aisha disse che il Profeta non si vendicò mai per conto proprio a nessuno. Anche disse che non ricambiò mai il male con il male, ma di aver scusato e perdonato. Questo, se Dio vorrà, diventerà chiaro dopo una profonda analisi dei seguenti conti della sua vita.
All'inizio della sua missione, il Profeta viaggiò per la città di Taif, una città situata tra le montagne vicine alla Mecca, per invitarli ad accettare l'Islam. I leader di Taif, tuttavia, furono maleducati e scortesi nel loro trattamento nei confronti del Profeta. Non ebbero solo un atteggiamento insolente verso di lui, inoltre portarono alcune bande della città a molestarlo. Questa marmaglia seguì il Profeta gridando e insultandolo, e lanciando pietre contro di lui, fino a quando fu costretto a rifugiarsi in un frutteto. Così il Profeta dovette sopportare ancora più ostacoli a Taif di quanto avesse dovuto affrontare alla Mecca. Questi ruffiani, si stanzionarono su entrambi i lati del percorso, lo bersagliarono con pietre fino a quando ferirono i suoi piedi che furono imbrattati di sangue. Queste oppressioni abbatterono il Profeta così gravemente che lo portarono in uno stato di tristezza in modo tale che pregò citando la sua perplessità e la sua disperazione cercando l'aiuto di Dio, spontaneamente uscivano dalla sua bocca:
"O Dio, mi rivolgo a Te lamentandomi della mia debolezza, della mia mancanza di risorse e dell'umiliazioni di queste persone. Tu sei il Misericordioso, il Signore dei deboli e il mio Maestro. A chi mi Vuoi consegnare? Ad un estraneo, che ha cattiva volontà, o un nemico dato potere su di me? Se Tu non mi assegni alcun valore, non mi interessa, poichè la Tua grazia è abbondante su di me. Cerco rifugio nella luce della Tua compicenza, la quale dissipa tutte le tenebre e ogni affare di questo mondo e dell'aldilà si chiarisce, perché la Tua rabbia o la Tua luce del dispiacedere non scendino su di me. Ho solo bisogno del Tuo piacere e della Tua soddisfazione, poichè solo Tu mi permetti di fare il bene ed evitare il male. Non vi è alcun potere e forza, senza di Te."
Il Signore poi inviò l'angelo delle montagne, cercando il consenso del Profeta di riunire le due colline e schiacciare la città di Taif, la quale si trova tra di loro. Dalla sua grande tolleranza e misericordia, il Messaggero di Dio rispose,
"No! Infatti, spero che Allah faccia uscire dei loro lombi chi adori Allah,L'Unico e non Gli associ alcunchè." (Sahiih Muslim)
La sua misericordia e la compassione fu così grande che in più di una occasione, Dio stesso, lo corresse per questo. Uno dei più grandi oppositori dell'Islam e un nemico personale, fu Abdullah bin Ubayy, il capo degli ipocriti del Medina. Esteriormente proclamò di essere Musulmano, ma in verità inflisse gravi danni ai Musulmani e alla missione del Profeta. Conoscendo la sua situazione, il Profeta Muhammad pregò al suo funerale per lui e pregò Dio di perdonarlo. Il Corano cita questo episodio con queste parole:
"Non pregare (O Muhammad) per nessuno di loro quando muoiono e non star ritto [in preghiera] davanti alla loro tomba. Rinnegarono Allah e il Suo Messaggero e sono morti nell'empietà." (Corano 9:84)
Abdullah bin Ubayy lavorò tutta la vita contro Maometto e l'Islam e non lasciò nulla di intentato in modo da portarlo in cattiva luce e cercare di sconfiggere la sua missione. Ritirò i suoi trecento sostenitori nella battaglia di Uhud e quindi quasi spezzò le reni ai musulmani in un solo colpo. Si 'impegnò in intrighi e atti di ostilità contro il Profeta dell'Islam e dei musulmani. Fu lui che ha cercò di portare vergogna al Profeta incitando i suoi alleati di accusare falsamente la moglie del Profeta, Aisha, di adulterio per screditare lui e il suo messaggio.
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